Electronic Arts: per SimCity non ci sono scusanti
Di Elvezio SciallisSpiace tornare sull’argomento SimCity a pochi giorni da quanto avevamo scritto, ma nel frattempo il quadro della situazione è peggiorato e se prima avevamo il dovere di essere cauti, si sono ora aggiunti ulteriori problemi e comportamenti perlomeno dubbi da parte delle software house coinvolte, comportamenti che lasciano supporre una scarsa preparazione di fondo e una certa arroganza di base.
Riassumiamo brevemente per chi non fosse al corrente: il lancio di SimCity è stato funestato da enormi problemi di connessione che hanno in pratica guastato l’esperienza a gran parte dei giocatori in varie regioni del mondo.
La reazione di EA è stata mista e incerta, fra la sospensione della vendita del titolo in alcuni settori, minacce di ban a più user, promesse di giochi gratis per chi è stato danneggiato, scuse pubbliche, interruzione di alcune funzioni minori ma comunque molto importanti per il gameplay e altro ancora, per chiudere con Amazon che ha sospeso la vendita della versione digitale in attesa di sviluppi.
Se già il lancio di Diablo 3 (ma non è giusto prendere sempre e solo lui come esempio, l’elenco è lungo, da Guild Wars 2, che ha però brillantemente risolto i problemi, a Battlefield 3, per non parlare di Gears of War 2…) aveva svelato uno stato dell’industria alquanto arretrato per quel che concerne il gioco online, ecco che SimCity riesce a esacerbare ancora di più il problema di un insieme di sviluppatori che cercano con affanno di passare dal classico modello single player a una versione online che però, realizzata in fretta e furia e senza molta esperienza conduce inevitabilmente a gravi disfunzioni dei vari titoli.
Se DRM e ancor di più online fisso anche per il single player sono, è ormai ovvio, i modelli economici del futuro in quanto garantiscono da un lato l’inutilità dell’usato e una certa lotta alla pirateria e dall’altro ulteriori possibili guadagni tramite abbonamenti, espansioni o servizi accessori (non crediate quindi che lo stiano facendo per voi giocatori), piacerebbe avere un’industria che, pur succhiandoti soldi in ogni modo possibile, sia in grado di garantirti una esperienza di gioco più o meno piacevole e continua, a fronte della somma e della banda spesa.
Così ancora non accade e no, non si tratta di “incidenti” ma di incapacità, magari anche giustificata dai tempi brevi, ad adattarsi a nuovi modelli. Chi paga per questi sbagli è sempre e solo il consumatore, vedremo a quale titolo e software house capiterà nel futuro la stessa identica cosa…
Commenta o partecipa alla discussione