Transformers: La vendetta del caduto (recensione)

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Transformers: La vendetta del cadutoUna delle esperienze più impegnative che si pongono dinanzi a un recensore è quella di analizzare e valutare un tie-in, ovvero una produzione video ludica nata da un soggetto cinematografico o una qualsiasi altra licenza, e che ne sfrutta il successo. Queste produzioni, come testimoniano le ultime e copiose uscite del settore, non registrano grandi risultati, attestandosi per lo più su standard mediocri. La difficoltà che incontra il recensore, quindi, è liberarsi completamente da ogni sorta di pregiudizio che ti imponga di bollare il titolo come insoddisfacente, già prima di metterci su le mani.

Fortunatamente, esistono soggetti e personalità così carismatiche che rendono l’arduo compito piuttosto facile, e senza ombra di dubbio i Transformers ne sono un esempio. I robottoni targati Hasbro fanno ritorno sulle nostre console, pronti alla sfida?

Ritorno di fiamma
Transformers: La vendetta del caduto, come avvenne per il primo episodio uscito nel 2007, è la trasposizione videoludica del successo cinematografico di Micheal Bay. La prima comparsa dei robot trasformabili su console, non è stato certamente un successo, e così sulle gracili spalle del secondo grava anche il peso di riparare agli errori passati.

La storia su cui gravita il gioco narra dell’eterno conflitto fra Autobots e Decepticons, i due schieramenti di robot arrivati dallo spazio lontano, e che hanno scelto il pianeta terra come campo di battaglia dove affrontarsi. Le vicende sono narrate in maniera abbastanza deludente; infatti, al posto delle solite cut-scene, tutta la storia viene commentata dagli stessi robot, i quali raccolti attorno alla mappa di gioco, discutono a tavolino sulla situazione e le missioni, riducendo l’impianto narrativo a una sovrastruttura veramente triste.

Per sopperire a tali lacune gli sviluppatori hanno aggiunto la possibilità di accedere, una volta raggiunte determinate condizioni, a contenuti speciali quali artwork ed episodi del cartone animato dei transformers; sicuramente perle che faranno felici i fan.

Il gioco, come il suo predecessore, ci mette nelle condizioni di dover scegliere se schierarci dalla parte degli autobots, gli eroi dell’umanità guidati dal magnetico Optimus Prime, o dei Decepticons, i robot votati alla distruzione del pianeta e alla vendetta, sotto la guida del perfido Megatron. La scelta di un fronte a discapito di un altro, non porta a grandi differenze nel corso della campagna, se non nel ventaglio dei robot opzionabili, e negli avversari e boss che ci troveremo ad affrontare. Ogni campagna dispone di 23 missioni, le quali si sviluppano su diversi territori che, una volta terminati i nostri doveri, è possibile esplorare e distruggere liberamente.

A seconda del tempo impiegato per terminare una missione è possibile registrare uno dei quattro rank possibili: platino, oro, argento e bronzo; compiere missioni e registrare ottimi risultati è indispensabile per sbloccare nuove zone e missioni.

Metamorfosi meccanica
La formula di gioco offerta da La vendetta del caduto si presenta senza dubbio varia, e deve ciò soprattutto alla possibilità di metamorfosi dei robottoni. Con la pressione del tasto dorsale destro, infatti, il nostro alter-ego robotico si trasformerà immediatamente nella sua forma veicolare, che, a seconda del personaggio di cui saremo a comando, corrisponderà a un’auto, un camion o un aereo militare. La forma veicolare è la configurazione più adatta a spostamenti veloci o inseguimenti, data la possibilità di sparare sugli avversari in corsa; per quanto concerne invece la mischia e lo scontro a fuoco, è decisamente più consigliata la trasformazione in robot.

Nella loro forma base, infatti, i trasformers dispongono di una serie di armi da fuoco e attacchi speciali, che variano a seconda del personaggio prescelto, oltre che, naturalmente, la possibilità di imbracciare il combattimento corpo a corpo (affidandosi al pulsante dedicato alle combo), per quanto questa occasione si presenti raramente, dato che gli avversari hanno la facoltà di scappare su quattro ruote. Un’eccezione a questo schema è offerta dai transformers che hanno come forma veicolare aerei da combattimento; questi, seppur in maniera imprecisa, possono vantare della sovranità dei cieli, e raggiungere gli avversari con minore difficoltà.

Dopo un rapido tutorial che ci consente di apprendere rapidamente tutte le meccaniche di gioco, l’utente è finalmente in grado di affrontare le sfide offerte dagli sviluppatori. Ogni campagna conta 23 missioni che, sebbene vertano spesso sulla stessa formula, ovvero il rintracciamento dei nemici e la loro distruzione, la riparazione di determinate strutture o la scorta di mezzi e personaggi, riescono sempre a dare un nuovo sapore alla sfida, aumentando in maniera consona il livello di difficoltà, e disponendo le varie attività in maniera sempre nuova e coinvolgente.

Ogni missione, inoltre, conta la possibilità di poter sbloccare alcuni obbiettivi facoltativi, utili per accrescere il numero di energon ricevuti. L’energon, rappresenta la moneta di scambio, il quale barattato, consente all’utente di avere accesso a una serie di potenziamenti per i propri robot, in modo da renderli più performanti e pronti alla battaglia. Il gioco purtroppo può facilmente cadere nella spirale della ripetitività, soprattutto perché l’intelligenza artificiale degli avversari è davvero povera; spesso ci si ritrova a dover fronteggiare nemici che da soli si chiudono in vicoli ciechi, o corrono contro i muri. Questo gap intellettivo è controbilanciato dall’ingente numero di avversari che ci troveremo ad affrontare, specie ai livelli di difficoltà maggiori. Inoltre, è indiscutibile il fascino dei transformers, e senza dubbio muovere robottoni giganti trasformabili è un’esperienza ancora appagante e divertente, soprattutto per gli amanti di Optimus Prime e compagnia.

Cuore Metallico

Passando ad analizzare il lato puramente tecnico, il titolo non registra risultati brillanti. Dal punto di vista grafico sicuramente i Transformers appaiono ben realizzati, così come le animazioni che li coinvolgono, e questo segna sicuramente una distanza dalla loro precedente apparizione. Tuttavia, i progressi, nel complesso, non sono stati molti, a partire dal framerate che soffre nelle sequenze più concitate, per finire con le ambientazioni scarne e spartane. Queste evidenze senza dubbio contribuiscono a una valutazione del comparto visivo, sicuramente non generosa. A peggiorare una situazione, già di suo non troppo buona, è il comparto sonoro, che sebbene sia totalmente localizzato in italiano, turba l’utenza durante le sessioni di gioco con insistenti e petulanti consigli di altri robot, o nel caso della modalità multiplayer, con aggiornamenti sulla sessione.

Grosse carenze, inoltre, anche nella gestione della fisica di Optimus Prime & Company; per quanto sia sicuramente divertente distruggere le ambientazioni, queste si lasciano devastare troppo facilmente, e soprattutto, senza il minimo danno da parte dei robot.

Anche se innegabilmente il titolo soffre di gravi carenze tecniche, e offre una breve esperienza single-player, può vantare una validissima modalità online, sicuramente, la maggiore innovazione di questo seguito. Gli sviluppatori hanno messo a punto un buon servizio privo di rallentamenti e lag, assicurando un’esperienza fluida e divertente. Le modalità che è possibile affrontare in rete sono tutte, a parte il classico death-match, improntate sul lavoro di squadra, che dividono i contendenti, neanche a dirlo, fra i due schieramenti robot. Le modalità, sebbene i nomi, ambientazioni e oggetti, sono improntate sul mondo transformers, ricalcano le modalità multiplayer più classiche quali death-match, death-match a squadre, ruba bandiera, abbatti il leader e il re della collina. Il multiplayer, quindi, costituisce decisamente un’ottima alternativa all’offerta del gioco singolo, sopperendo alle mancanze di un’intelligenza artificiale “non troppo intelligente”.

La vendetta del caduto, reduce dell’esperienza del precedente episodio, cerca di imparare dai propri errori, e uscire dall’aura di mediocrità destinata ai titoli su licenza. L’esperienza di gioco si completa con semplicità in otto ore, ma il multiplayer online riesce a regalare al giocatore un’esperienza decisamente più longeva, che in parte riesce a sopperire alle mancanze del gioco singolo. Seppur non si possa gridare al miracolo, gli sforzi degli sviluppatori sono considerevoli e rendono La vendetta del caduto un titolo appetibile, specialmente se si è fan degli eroi Hasbro.

Voto: 6,5
Marco “Revolver52” Rubino

Cyberludus

1 commento su “Transformers: La vendetta del caduto (recensione)”
  1. Sister4you ha detto:

    complimenti per l’ ottimo articolo!! davvero ben scritto!! 😉

    siccome vi ho scoperti solo ora volevo sapere se vi occuperete anche della fiera: gamescom, che si terrà la prossima settimana in germania!!

    attendo notizie;) grazie


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