Destiny, l’erede di Halo, non vuole farvi faticare
Di Elvezio Sciallis
Le recenti dichiarazioni di Bungie su Destiny, il loro prossimo titolo in preparazione in partnership con Activision, non aggiungono poi molto a quello che già sembrava di aver capito qualche tempo fa ma rendono purtroppo più chiara certa attitudine che pervade sempre di più non solo i videogiochi ma buona parte delle produzioni in campo popolare nel nuovo millennio.
Destiny sarà una sorta di FPS open world e la storia si concentrerà sulla nostra Terra, ma a circa settecento anni da ora: dopo una ricca Età dell’Oro ecco che il nostro pianeta è in rovina, è rimasta solo una enorme città, protetta da una gigantesca astronave che sembra una vera e propria seconda luna. Nel frattempo alieni mostruosi, provenienti dai più remoti angoli della galassia, ci invadono e vogliono prendere possesso del pianeta.
Il giocatore potrà impersonare giovani cavalieri che proteggono la città e dovranno mettere fine all’invasione aliena.
Ci sarà estrema flessibilità nell’evoluzione del personaggio e saranno implementate alcune caratteristiche tipiche degli MMO, dall’unirsi in occasionali avventure con giocatori sconosciuti al poter commerciare e in genere verrà posto l’accento sull’aspetto social del gioco.
Destiny è per ora previsto per PS3 e Xbox 360 e non ci sono ancora dichiarazioni riguardanti una versione per PC o le console di prossima generazione ma, per esempio, si potrà accedere ai propri personaggi anche tramite mobile.
Non è quindi facile capire cosa sarà Destiny, è lecito aspettarsi un grande lavoro per quanto concerne la grafica e i primi report sulla gestione delle fonti luminose sono tutti ovviamente positivi, ma quel che sembra certo è la volontà da parte di Bungie di non complicarsi troppo la vita e, ahimè, non complicarla nemmeno ai giocatori.
Eccovi una dichiarazione del project director, Jason Jones: “Destiny sa che siete stanchi, poco pazienti e distratti. I giocatori non hanno voglia di lavorare duramente. Non vogliono leggere. Non vogliono andare in Rete per comprendere meglio quel che bisogna fare”.
Aggiungete a questa frase l’enfasi sul lato shooter, l’insofferenza mostrata a sentir definire Destiny un MMO e la partnership con un nome non proprio brillante come Activision e potrete farvi un’idea di quello che ci aspetta…


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