I sequel dovrebbero essere sempre benvenuti tra i videogamer
Di nicolettaCreare videogiochi ex novo costa molto ai produttori, soprattutto se devono essere strabilianti nella grafica, con una trama articolata, un gameplay stupefacente e grado di competere con una concorrenza sempre più agguerrita.
Ogni volta che un produttore ne mette in cantiere uno, corre un enorme rischio: quello di perdere le valanghe di denaro stanziate per la programmazione e il marketing. Anche perché – diciamocelo – noi clienti spesso esitiamo a spendere cifre relativamente cospicue per un prodotto che non conosciamo ancora, né direttamente né per sentito dire. Noi ci avventuriamo solo dopo attenta riflessione su un titolo nuovo: se poi questo ha successo, con molta probabilità avrà anche dei sequel. E così si chiude il cerchio.
Per questo ci sono tanti titoli seguiti dai numeri 2, 3 e 4 sul mercato: servono a mantenere la stabilità finanziaria nelle aziende che in questa maniera riesce a garantire anche l’uscita di qualche valida novità ogni tanto. Se un gioco vende due milioni di copie con la prima puntata, probabilmente il suo secondo titolo venderà altrettanto, se non di più. Lo ribadiamo: la produzione di sequel permette ai produttori di videogiochi di andare sul sicuro per la maggior parte del tempo e di fare una scommessa azzardata di quando in quando.
Eppure ci sono molti che si lamentano e vorrebbero ‘qualcosa di nuovo’. Oltre alle ragioni sopra esposte, queste persone dovrebbero ricordare che anche i sequel possono essere delle ‘novità’, in un certo senso. Per esempio, il titolo Fallout 3 ha brillato come uno dei più originali dell’anno 2008, pur essendo tecnicamente un sequel. Lo stesso si può dire per i più recenti Halo 3, Call of Duty: Modern Warfare 2, Grand Theft Auto IV .
E anche per i prossimi mesi, sono in vista dei sequel che promettono molto bene: Civilization V, Halo: Reach, Infamous 2, Pokemon Black & White, DJ Hero 2 ecc (alcuni dei quali brevemente presentati in questo nostro post).
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