Archeologia Atari: pronti gli scavi per E.T.

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Atari_ET_New-MexicoPersino l’archeologia (seppur in forma di documentario cinematografico) riconosce l’importanza culturale dei videogiochi e nei prossimi mesi verranno effettuati degli scavi ad Alamogordo, nel New Mexico, per recuperare milioni di cartucce che (secondo alcune voci)  Atari, nel 1983, aveva seppellito in una discarica.

Lo scavo è voluto da una compagnia canadese, Fuel Industries, che ora ha sei mesi a disposizione per completare i lavori che andranno poi a far parte di un loro documentario, e la notizia mi permette di andare qualche decennio indietro con la memoria a una storia che ha ancora da insegnare qualcosina…

Dobbiamo risalire addirittura al 1976: Atari è una compagnia di gran successo e Warner Communications la compra per meno di trenta milioni di dollari.
Nei pochi anni seguenti Atari diventa il traino economico principale della Warner e a inizio 1982 domina letteralmente il mercato dei videogiochi, con circa l’80% del venduto globale ed è responsabile del 70% dei profitti Warner.

Ma durante quegli stessi anni i vari manager stavano procedendo a demolire la loro stessa principale fonte di guadagno, con una politica fatta di mancanza di rispetto, scarsi incentivi, compensi ridicoli e zero libertà creativa nei confronti dei programmatori ereditati con l’acquisto di Atari.

Programmatori che, pian piano, ovviamente lasciano la compagnia.
A questa emorragia si sovrappongono altre scelte disastrose quali il farsi scappare i diritti di alcuni grandi titoli da sala (Donkey Kong su tutti) e una nuova console che ha qualche intoppo di troppo (Atari 5200 aveva un joystick penoso e zero “retrocompatibilità”, tanto per insistere su un termine che oggi è tornato di moda).
Insomma, a inizio 1982 tutto sembra andare alla grande e ci sono stime di Borsa super-positive (con un aumento delle vendite previsto intorno al 50%!) ma in realtà Atari è già pronta a crollare e i colpi definitivi saranno i fallimenti di due titoli che sembravano sulla carta dei sicuri blockbuster.

Pacman è il primo siluro che compromette seriamente la navigazione della corazzata Atari: dodici milioni di cartucce spedite ai negozi ma ormai la compagnia non ha più programmatori di valore e il gioco è piuttosto bruttino. Se ne vendono comunque sette milioni di copie ma cinque milioni tornano in magazzino.

Se i manager cominciano a preoccuparsi, fra copie invendute, costi di gestione e previsioni di profitti non più così rosee, ecco che arriva E.T. a dare la mazzata finale.
Warner vuole uscire con il gioco entro Natale 1982 per sfruttare il traino pubblicitario del film e le vendite del periodo festivo, ma ha un solo programmatore al lavoro sul gioco, con pochi mesi a disposizione.
Il disastro è prevedibile: E.T. è ingiocabile, ne vengono stampate cinque milioni di copie che tornano quasi tutte in deposito e il resto della storia è noto ed è diventato quasi leggenda urbana.
Warner di lì a poco si sbarazzerà di Atari rivendendola e alcuni di questi giochi invenduti (alcuni report narrano di ben nove camion fra vari titoli e attrezzature di ogni tipo) sono finiti in una discarica nel New Mexico.

E ora Fuel Industries è intenzionata a scavare, per riportare alla luce quelle memorie, vedremo fra qualche mese con quale risultato…


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